Buone pratiche

Gli impatti positivi della FC sono spesso osservabili non solo nella dimensione economica, ma anche e soprattutto nella sfera sociale (maggiore autonomia, cooperazione e relazioni sociali tra i partecipanti, fiducia e solidarietà, ecc.) e in quella ambientale (riduzione dell’inquinamento e dello spreco alimentare, conservazione delle risorse naturali e dell’agrobiodiversità, ecc.), dove l’impatto della FC è spesso percepito come significativamente maggiore di quello delle filiere convenzionali. Tuttavia, le FC possono comportare anche costi e sfide che devono essere adeguatamente affrontati e gestiti. Il progetto COACH ha analizzato diverse iniziative collaborative di FC (“beacon”) allo scopo di cogliere gli effetti delle FC sui costi e sui benefici per i produttori, evidenziando una serie di buone pratiche che hanno permesso ai produttori di aumentare i ricavi e gli impatti positivi e di ridurre i costi e gli impatti negativi.

In questa sezione vengono presentati alcuni esempi di buone pratiche tratti dal progetto COACH, raggruppate in 5 aree principali:

La sezione si conclude con alcune possibili linee di intervento per migliorare le performance economiche, ambientali e sociali delle FC.

Riduzione dei costi

La partecipazione alle iniziative di FC richiede ai produttori di sviluppare e gestire nuove funzioni e attività che nei canali di distribuzione convenzionali vengono esternalizzate ad altri operatori della filiera (ad esempio, marketing e comunicazione, imballaggio, trasporto, vendita, ecc.) Queste nuove attività, oltre a richiedere nuove conoscenze e competenze, generano anche costi aggiuntivi che, se non propriamente gestiti, possono minacciare la redditività dei produttori, diminuendo i guadagni economici derivanti dalla FC. 

Sebbene vi sia una variabilità piuttosto elevata tra le diverse iniziative e tipologie di FC, i costi del lavoro tendono ad essere più elevati poiché sono necessari servizi aggiuntivi per commercializzare i prodotti attraverso le FC, e anche i costi di trasporto sono spesso più alti, in quanto la consegna dei prodotti è a carico dei produttori stessi. Inoltre, nella maggior parte dei casi, le FC vedono la partecipazione di piccoli e medi produttori, che non sono in grado di raggiungere economie di scala significative (ovvero, la riduzione dei costi unitari di produzione grazie all’aumento dei volumi di produzione).

Per tutti gli operatori, i costi maggiori sono associati alla manodopera. Altri costi sono legati al riempimento delle confezioni di cibo con le quantità ordinate dai clienti, alla sbucciatura manuale o alla raccolta dei prodotti. Rispetto alle mele vendute agli intermediari e ai supermercati, che vogliono avere una mela raccolta molto presto, per Adamah le mele vengono prese una volta mature. Ciò richiede una squadra di raccolta aggiuntiva e un tempo di coltivazione più lungo, che costa 10 centesimi al chilo in più al produttore. Poiché Adamah consegna direttamente tutto il prodotto, i costi della manodopera includono anche il personale che si reca da ogni consumatore per effettuare le consegne. Il secondo costo più alto, ma ben al di sotto, sono i costi di trasporto.

Iniziativa COACH: Adamah BioHof – Austria

Nel caso del produttore di grano incaricato di stoccare il grano per l’intera filiera, anche i costi legati ai macchinari e alle attrezzature incidono significativamente sulla sua attività in GranPrato, più che su quella nella filiera convenzionale. Questo perché le quantità limitate di grano prodotte e lavorate nella filiera GranPrato causano un sottoutilizzo dei silos di stoccaggio, poiché il grano GranPrato deve essere stoccato separatamente, ma non è sufficiente per riempire completamente un silos.

Iniziativa COACH Beacon: GranPrato – Italy

Per superare in parte questi problemi, si possono elaborare delle risposte a livello organizzativo che abbandonino un approccio individualistico. Ciò richiede lo sviluppo di iniziative collaborative che si basano sulla gestione congiunta di alcune fasi e attività distributive e logistiche caratterizzate dalla presenza di vincoli minimi di scala. 

La disponibilità di strutture locali (ad esempio, macelli, mulini, silos di stoccaggio) e la loro gestione collettiva possono consentire ai produttori di unire i loro sforzi per alimentare il mercato con un’offerta più ampia, condividendo i costi fissi di tali strutture in modo più efficiente e meno oneroso per tutti. 

Buona pratica

Soluzioni logistiche innovative che consentono economie di scopo

Per la loro consegna, Adamah ha stabilito dei percorsi di consegna precisi all’interno di alcune aree di Vienna e della Bassa Austria, passando una volta alla settimana da ogni stazione. Questo richiede un importante sforzo logistico, ma contribuisce a risparmiare CO2 e a diminuire i costi.

Iniziativa COACH Beacon: Adamah BioHof – Austria

Buona pratica

Messa in comune delle risorse per ridurre i costi di produzione

Un impianto comune per la trasformazione dei prodotti di seconda scelta (ad esempio, i pomodori) consente di creare un mercato alternativo più redditizio, permettendo di realizzare economie di scala. Lo stesso vale per l’investimento immateriale in comunicazione e promozione fatto per il marchio ConServe, che può essere utilizzato da tutti i produttori che partecipano all’associazione.

Iniziativa COACH Beacon: ConServe – Italia

Buona pratica

Food hub locale

Tamar Grow Local (TGL) è uno dei food hub più famosi e duraturi del Regno Unito. Ha aperto la strada a un approccio territoriale per avviare e portare avanti la produzione, la trasformazione e il consumo di cibo locale nel bacino idrografico del fiume Tamar, al confine tra Devon e Cornovaglia (Regno Unito). TGL funge da cooperativa ombrello per una serie di progetti alimentari locali, tra cui un hub alimentare regionale per i produttori locali, una cooperativa di succo di mela, una cooperativa di miele e un incubatore di aziende agricole.

Iniziativa COACH Beacon: Tamar Grow Local – Regno Unito

La messa in comune di risorse permette non solo di raggiungere l’efficienza economica e la riduzione dei costi, ma determina anche la possibilità stessa per alcuni piccoli produttori di partecipare all’iniziativa di FC. Infatti, le difficoltà di accesso alle FC per i piccoli produttori sono spesso legate a inefficienze di scala, soprattutto quando i processi produttivi richiedono l’uso di macchinari o strutture che comportano alti costi fissi (ad esempio, un mulino, un mattatoio, un magazzino o una mietitrebbia), e alla scarsità di forza lavoro, necessaria per gestire le relazioni con i consumatori e/o le attività di trasformazione e distribuzione ad alta intensità di manodopera.

Messa in comune di risorse: ConServe

Messa in comune di risorse: GranPrato

Aumento delle vendite

Si ritiene spesso che le FC contribuiscano all’aumento del prezzo ricevuto dai produttori, rispetto ad altri canali di commercializzazione. Tuttavia, per aumentare i ricavi totali, è importante non solo ottenere un prezzo unitario più alto, ma anche sviluppare il mercato, tenendo ovviamente sotto controllo i costi di produzione e commercializzazione. 

Un ostacolo comune affrontato dai produttori che vendono individualmente attraverso le FC è infatti la dimensione limitata del mercato. Anche se, soprattutto per i piccoli produttori, le FC sono spesso l’unico modo possibile per riuscire a “stare sul mercato”, grazie alle minori barriere all’ingresso e all’esistenza di meccanismi di solidarietà tra produttori, a volte non sono sufficienti per raggiungere una redditività economica soddisfacente.

Per raggiungere la sostenibilità economica, i produttori spesso devono utilizzare più canali di commercializzazione, e molti di loro segnalano la necessità di costruire reti più ampie e di aprire altri canali di FC. Particolarmente importante a questo proposito è il settore degli appalti pubblici per i prodotti agroalimentari (public food procurement), per la sua capacità di assorbire una maggiore quantità di prodotto in maniera più costante e regolare. 

Diversificazione dell'attività agricola: Felice Agricoltura

L’aumento delle vendite attraverso la FC richiede spesso organizzazioni collettive capaci di mettere insieme la produzione di diversi produttori, offrendo un assortimento più completo in grado di attirare la domanda dei clienti e dei consumatori finali e di accedere a canali di commercializzazione altrimenti non accessibili, come gli appalti pubblici o altri “grandi clienti”.

Buona pratica

Organizzare reti di agricoltori e consumatori

Les Paniers Marseillais (“I Panieri di Marsiglia”, PAMA) è un’associazione di diritto francese, creata nel 2007, che punta a mettere in collaborazione produttori e consumatori. Si tratta di un sistema di vendita diretta basato su contratti. Attualmente ci sono circa 70 produttori, situati entro i 100 km da Marsiglia, che forniscono alimenti a più di 30 gruppi di consumatori in tutta Marsiglia. L’associazione crea, organizza e supervisiona gruppi affiliati noti come Paniers de quartier (“Panieri di quartiere”). I Paniers de quartier sono distribuiti in tutta la città di Marsiglia, anche nelle zone a basso reddito. Questa è una dimensione importante nell’impegno di PAMA: in una grande città in cui si trovano alcuni dei quartieri più poveri della Francia, la volontà di PAMA è quella di garantire a tutti l’accesso a prodotti biologici, freschi e locali forniti dalle aziende agricole associate.

Les Paniers Marseillais – Francia

Il negozio di produttori: La bottega della spesa in Campagna - CIA

Buona pratica

Organizzare e promuovere reti di mercati contadini

Campagna Amica è una Fondazione promossa da Coldiretti, una delle più importanti organizzazioni sindacali di agricoltori in Italia. Si propone di raggruppare una serie di iniziative volte a promuovere le filiere corte e il cibo locale e di qualità a vantaggio degli agricoltori associati, come le aziende agrituristiche, le fattorie didattiche, gli agriristori, le botteghe e i mercati degli agricoltori. Tutte le iniziative di Campagna Amica beneficiano di una forte campagna di promozione e informazione da parte della Fondazione, rivolta agli agricoltori, alle istituzioni pubbliche e soprattutto ai consumatori. Particolarmente importante è la rete dei mercati contadini di Campagna Amica, diffusa in tutta Italia, organizzata e promossa dalla Fondazione, con regole chiare sulla partecipazione degli agricoltori, sulle modalità di vendita, sui controlli e sulla formazione dei prezzi. In particolare, gli agricoltori devono: – vendere rigorosamente i propri prodotti, che sono prodotti localmente nell’azienda agricola e venduti direttamente dall’agricoltore senza intermediari. Gli agricoltori devono sempre dichiarare l’origine degli alimenti e il metodo di coltivazione applicato. – il prezzo dei prodotti deve essere sempre equo e trasparente; ciò significa che tutti i prodotti venduti dai produttori ai consumatori devono riportare chiaramente i prezzi. Inoltre, nei mercati contadini di Campagna Amica tutti i prezzi sono esposti su un tabellone all’ingresso.

Campagna Amica Coldiretti – Italia : https://www.campagnamica.it/

Rete dei mercati contadini: Campagna Amica Coldiretti

Distribuzione equa e governance partecipativa

La performance economica delle FC è spesso dovuta all’aumento dei margini per i produttori, ottenuto grazie all’internalizzazione delle funzioni di condizionamento, trasformazione e commercializzazione, e dai premi di prezzo, ottenuti grazie alla maggiore disponibilità dei consumatori a pagare per alimenti freschi e prodotti localmente, talvolta associata alla solidarietà verso i produttori locali. 

Inoltre, nella maggior parte delle iniziative di FC, i produttori sono generalmente in grado di agire come “price maker”, talvolta impiegando meccanismi e accordi per fissare i prezzi e/o le quantità commercializzate, mentre nei canali lunghi convenzionali agiscono invece come “price taker”. 

Infatti, se si considerano gli obiettivi generali delle iniziative di FC, una delle questioni più importanti è la possibilità di mettere in atto una governance dei prezzi e una condivisione dei rischi, al fine di ottenere una distribuzione verticale equa e trasparente del valore aggiunto creato lungo la filiera tra i diversi attori coinvolti. 

Tuttavia, i sostenitori delle iniziative di FC spesso sollecitano il passaggio da una logica di prezzi “alti” (per i produttori) o “bassi” (per i consumatori), a una logica di prezzi “giusti”, in cui i prezzi sono fissati o sulla base dei costi di produzione reali calcolati per ogni prodotto alimentare, o in qualche modo controllati con riferimento ai prezzi degli stessi prodotti in canali di commercializzazione alternativi (grossisti, supermercati, ecc.), così da bilanciare le esigenze sia dei produttori che dei consumatori.  

In alcune iniziative studiate nell’ambito del progetto COACH, sono stati analizzati meccanismi per la definizione dei prezzi equi nelle diverse fasi della filiera e delle quantità ottimali da produrre da ciascun produttore aderente all’iniziativa. In alcuni casi, questi sistemi si basano su meccanismi di governance formali, mentre in altri, l’esistenza di relazioni faccia a faccia di lungo periodo consente di trovare soluzioni basate sulla fiducia.

I risultati dell’analisi quantitativa mostrano che la redditività complessiva dell’iniziativa GranPrato è superiore a quella della filiera convenzionale. Questo è vero soprattutto per i produttori di grano che beneficiano maggiormente dell’accordo sui prezzi contenuto nell’Accordo di Filiera GranPrato. In GranPrato, tutti i membri della filiera hanno firmato un Accordo di Filiera. Pertanto, ogni attore della filiera deve vendere a un prezzo concordato e predeterminato, che è di 40€/q per il grano, 70€/q per la farina e 3,30€/kg per il pane. Inoltre, le quantità di grano fornite alla filiera sono decise in anticipo e distribuite equamente tra i produttori, in modo che se un anno un agricoltore non riesce a fornire la quota di grano concordata, gli altri agricoltori coprono congiuntamente la sua parte.

Iniziativa COACH Beacon: GranPrato – Italia

Relazioni a lungo termine: Pipers Farm

Buona pratica

Accorciare la filiera attraverso il coordinamento con i rivenditori

Pipers Farm è un’azienda di macelleria e vendita al dettaglio online con sede in Inghilterra. È stata fondata nel 1989 con l’obiettivo di costruire un’impresa che aiutasse a sostenere le piccole aziende agricole. Pipers Farm ha iniziato a occuparsi di carne bovina, allevata in proprio e proveniente da allevamenti vicini. Da allora, l’attività si è ampliata fino ad includere prodotti lattiero-caseari, prodotti da forno e articoli non alimentari (articoli per la casa e per la cucina). Inizialmente la carne veniva venduta attraverso negozi, punti di ristoro e mercati all’ingrosso, ma da febbraio 2019 le vendite avvengono esclusivamente online. L’azienda sta ora intraprendendo una nuova fase di espansione. Pipers Farm collabora con gli agricoltori per produrre prodotti di qualità secondo i principi agroecologici. Da un punto di vista economico, l’iniziativa ha garantito prezzi più alti e più stabili agli allevatori e ha portato benefici all’economia locale, sostenendo gli allevatori e i macelli locali. Dal punto di vista sociale, la cooperazione tra i produttori è aumentata e le identità culturali e regionali sono state rafforzate. Inoltre, è stata aumentata la consapevolezza e la conoscenza degli alimenti da parte dei consumatori. Dal punto di vista ambientale, sono stati ridotti gli sprechi alimentari grazie a tecniche di macellazione innovative e al congelamento immediato dei tagli. I prezzi più alti e più stabili pagati agli agricoltori rendono economicamente sostenibili i sistemi di produzione agroecologici. Ciò riduce l’uso di pesticidi, di prodotti agrochimici, di conservanti e di altri input chimici, promuovendo al contempo l’agrobiodiversità e la conservazione delle risorse naturali e dei paesaggi.

Iniziativa COACH: Pipers Farm – Regno Unito

Governance partecipativa: GranPrato

Prezzi equi: Azienda agricola Paolo Colzi

Buona pratica

Governance partecipativa delle FC

Gran Prato è un’iniziativa nata nel 2011 con l’obiettivo di creare una filiera corta collaborativa del pane nell’area di Prato (Toscana). GranPrato riunisce 10 produttori di grano, uno dei quali si occupa anche dello stoccaggio del grano, un mugnaio e circa 12 panifici e pasticcerie, tutti situati nella provincia di Prato. L’obiettivo è quello di “sganciare” la produzione cerealicola locale dal mercato globale e orientarla verso il mercato locale e regionale, concordando un prezzo equo per gli agricoltori e per tutti gli operatori della filiera, mantenendo standard qualitativi elevati per i prodotti. Gli attori operano sulla base di un accordo di filiera e di alcuni disciplinari di produzione sottoscritti congiuntamente, che regolano i metodi di produzione (coltivazione, molitura e panificazione), i prezzi (del grano, della farina, del pane e di altri prodotti), l’adesione alla filiera e il suo funzionamento, i meccanismi di tracciabilità e di controllo e le attività promozionali sul mercato locale. Nel 2013, l’Associazione ha definito il costo del servizio di stoccaggio, il prezzo all’ingrosso della farina e il prezzo al consumo del pane “bozza pratese” tipico di questa zona. La definizione dei prezzi è nata da uno studio sui costi di produzione elaborato da esperti esterni dell’Università locale. Da allora questi prezzi sono stati mantenuti stabili, nonostante le forti fluttuazioni dei prezzi nella filiera convenzionale (e in particolare nel mercato dei cereali). I membri dell’Associazione possono anche utilizzare il marchio collettivo dell’Associazione per identificare i prodotti di questa filiera corta sul mercato, cioè il pane “bozza pratese”, la farina in sacchi, ma anche le pizze e altri prodotti trasformati.

Iniziativa COACH: GranPrato – Italia

I vantaggi della FC non risiedono soltanto nella possibilità di ottenere prezzi più elevati, ma anche nella maggiore sicurezza delle vendite sul mercato, derivante da rapporti più stabili e diretti con clienti e/o consumatori finali. 

Altre modalità specifiche per gestire la distribuzione del valore lungo la filiera, facendo leva anche sulla condivisione del rischio, sono quelle dei gruppi di acquisto solidale (GAS) e dell’agricoltura sostenuta dalla comunità (CSA). All’interno di queste tipologie di FC, la collaborazione a lungo termine tra produttori e consumatori permette di sviluppare un rapporto di fiducia reciproca che consente di gestire fenomeni come l’opportunismo e il free-riding su basi completamente diverse rispetto alle filiere convenzionali.

L’instaurazione di rapporti a lungo termine produttori-consumatori permette anche di sapere in anticipo la quantità e la tipologia di prodotti da consegnare e, in alcuni casi, di avere una ragionevole certezza di riuscire a vendere tutta la produzione grazie alla presenza di meccanismi di solidarietà. Questo aiuta a stabilizzare il reddito e a pianificare meglio la produzione, riducendo così gli sprechi e le perdite di prodotto e aumentando l’efficienza degli investimenti e l’organizzazione della produzione.

Buona pratica

Relazioni informali a lungo termine

Pipers Farm instaura rapporti a lungo termine e reciprocamente vantaggiosi con i produttori. I prezzi vengono concordati annualmente attraverso una discussione basata sul costo di produzione più un dato margine, e riflettono un accordo equo sia per gli agricoltori che per la nostra azienda. Questi rapporti creano fiducia e solidarietà all’interno dell’organizzazione, in modo che quando, ad esempio, il prezzo della carne bovina o di agnello fluttua, i produttori rimangano con noi perché sanno che stiamo fornendo loro una via alternativa al mercato che gli consente di coltivare nel modo in cui preferiscono.

Iniziativa COACH: Pipers Farm – Regno Unito

Contribuito all'equità sociale

Per quanto riguarda la dimensione sociale, le FC possono consentire una maggiore cooperazione tra i produttori e lo sviluppo di rapporti di fiducia e di azioni collettive. Le FC possono anche facilitare le relazioni sociali tra i consumatori, favorendo lo sviluppo di iniziative guidate dai consumatori e il rafforzamento della solidarietà e del senso di appartenenza alla comunità locale.

Il contatto diretto tra produttori e consumatori consente a questi ultimi di accedere a informazioni e conoscenze sui prodotti e sui processi produttivi, riconoscendo e valorizzando il lavoro dei produttori e migliorando al contempo la loro conoscenza sui temi legati all’alimentazione. I consumatori hanno spesso anche l’opportunità di conoscere prodotti non comuni (come varietà locali e cibi tradizionali), normalmente non disponibili sui canali di commercializzazione convenzionali, e acquisire così conoscenze su come cucinarli.

La condivisione di conoscenze nei mercati contadini: Campagna Amica - Coldiretti Toscana

In alcuni casi, si è visto come, partecipando alla FC, i consumatori possano addirittura venire a conoscenza dell’esistenza stessa dell’attività agricola sul proprio territorio, soprattutto nelle aree urbane e periurbane, aumentando la loro consapevolezza (e la loro “voce”) sull’importanza dell’agricoltura nella propria località.

Spesso la gente non sa nemmeno dell’esistenza di una tradizione agricola così importante nell’area pratese, che è caratterizzata soprattutto dalla presenza di industrie tessili. Non credono che una tale produzione di grano possa provenire da Prato e spesso si chiedono: “dov’è tutto questo grano a Prato?”.

Iniziativa COACH: GranPrato – Italia

Buona pratica

Educazione

L’iniziativa ha una dimensione culturale ed educativa: ogni settimana le famiglie beneficiarie colgono l’opportunità di creare legami con gli altri membri e con i propri agricoltori. Almeno una volta al mese, le famiglie si incontrano per svolgere un’attività comune, che può assumere forme diverse: laboratori di cucina, incontro con un dietologo, visite alle aziende agricole, ecc. Questi incontri favoriscono la coesione del gruppo, l’evoluzione delle pratiche alimentari e il passaggio da consumatore a consumAttore.

Les Paniers Marseillais – Francia

Educazione: Les Paniers Marseillais

Buona pratica

Scambio di conoscenze e apprendimento

Tutti gli attori (produttori, consumatori e volontari) sono valorizzati nella rete e beneficiano di regolari attività di apprendimento e condivisione delle conoscenze. Infatti, il Nyíregyházi Kosár Közösség ha formato e sostenuto la creazione di una dozzina di gruppi d’acquisto in tutto il Paese basati sul suo stesso modello, supportandoli facilitando la condivisione delle conoscenze su temi chiave (ad esempio, comunicazione esterna efficace, sensibilizzazione di nuovi clienti, ispirazione dei volontari).

Iniziativa COACH: Nyíregyházi Kosár Közösség – Ungheria

Quando si riforniscono attraverso la FC, i consumatori di solito prestano maggiore attenzione a ciò che acquistano, a come è stato prodotto e da chi è stato prodotto, chiedendo quindi più informazioni. Spesso i consumatori mostrano la volontà di socializzare con i produttori, condividendo valori e idee, oltre ad informazioni sui prodotti. Anche i produttori puntano a raccogliere maggiori informazioni sui comportamenti e le abitudini dei consumatori all’interno della FC, cercano di ricevere opinioni e suggerimenti direttamente dagli utenti finali, e talvolta provano a coinvolgere direttamente i consumatori nelle loro decisioni di produzione, co-decidendo con loro le regole di produzione, la qualità che il prodotto deve avere o addirittura condividendo con loro il rischio dell’attività produttiva (ad esempio, nei gruppi di acquisto solidale e nell’agricoltura supportata dalla comunità). 

Se generalmente è vero che le FC consentono ai consumatori di acquistare prodotti più freschi e di qualità superiore rispetto alle filiere convenzionali, soprattutto per quanto riguarda le qualità nutrizionali e organolettiche e la durata dei prodotti, non sempre esse sono l’opzione di acquisto più conveniente. A volte, infatti, i prezzi praticati nelle FC sono più elevati rispetto a quelli praticati nelle filiere convenzionali.

A questo proposito, la difficoltà di accesso alla FC per i consumatori non è solo una questione di prezzi più alti, ma anche di mancanza di tempo e di informazioni insufficienti sulle “regole del gioco”. La limitata varietà dei prodotti offerti, la disponibilità stagionale di alcuni prodotti e il maggior tempo necessario per localizzare le iniziative di FC (non ben pubblicizzate come, ad esempio, i supermercati), fare una spesa completa e cucinare prodotti freschi (rispetto a quelli già lavati o precotti), contribuiscono ad aumentare il costo totale del cibo per i consumatori.

Tutti questi fattori possono incidere sull’accessibilità per i consumatori alla FC, soprattutto per quelli a basso reddito, a meno che non vengano messi in atto meccanismi di solidarietà. 

Buona pratica

Rendere possibile l'accessibilità alimentare

Questa è una dimensione importante dell’impegno di PAMA: in una grande città dove si trovano alcuni dei quartieri più poveri della Francia, la volontà di PAMA è quella di fare in modo che tutti possano accedere ai panieri di prodotti biologici, freschi e locali forniti dalle aziende agricole associate. Nessun quartiere deve essere lasciato indietro, nemmeno i famigerati Quartiers Nord, famosi in tutta la Francia come simbolo delle sfide sociali che comportano. Oltre alle barriere culturali, esistono anche limiti geografici: i consumatori dei quartieri poveri hanno spesso difficoltà ad accedere ai trasporti pubblici. Raggiungere il punto di distribuzione a orari prestabiliti non è per loro un compito facile e comporta dei costi.

Les Paniers Marseillais – Francia

Accessibilità alimentare: Les Paniers Marseillais

Buona pratica

Scambio di conoscenze e educazione

Tamar Grow Local (TGL) punta a migliorare la sicurezza alimentare locale e a sostenere la produzione alimentare locale attraverso un mix di attività comunitarie, educative e commerciali. Nel corso del tempo l’attenzione si è concentrata sempre di più sulla collaborazione con i produttori alimentari, ma il lavoro sulla comunità e sull’impatto sociale è ancora importante. Il modello di TGL si basa sullo scambio di conoscenze e sull’educazione. TGL riconosce la necessità di un cambiamento di atteggiamento che possa portare a una rigenerazione rurale nella valle del Tamar e non solo. TGL afferma che parte della sua missione è “sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici dei prodotti locali e sulla storia unica dell’orticoltura di questa zona”. (sito web di TGL). TGL si impegna a replicare il suo modello attraverso diverse forme di supporto, educazione e tutoraggio.

Iniziativa COACH: Tamar Grow Local – Regno Unito

Oltre ai benefici economici generati, un altro dei principali fattori di cooperazione è lo scambio di conoscenze ed esperienze tra i diversi attori della filiera che fanno parte della rete. Ad esempio, tali scambi hanno permesso agli agricoltori di capire meglio cosa rende buona una farina dal punto di vista del fornaio artigiano e perché, e viceversa al fornaio di capire perché gli agricoltori possono scegliere di coltivare specifiche varietà di cereali.

Iniziativa COACH: Rete di agricoltori, mugnai e panettieri – Ungheria

Tierra-Papel-Tijera fa parte di diverse reti di produttori con cui scambia i propri prodotti, il che ha generato, oltre a una rete di commercializzazione, anche una rete sociale e politica per poter influenzare i rappresentanti politici a favore di questo modello produttivo. Da queste reti nasce il mercato contadino che si tiene la prima domenica di ogni mese, un mercato che riscuote un grande successo nella zona e che, oltre a essere uno spazio di vendita, è un luogo di incontro molto importante tra produzione e consumo. Questo spazio viene utilizzato per attività e per diffondere esperienze, campagne e rivendicazioni legate al settore agroalimentare. Grazie a queste esperienze, si è costruita una comunità tra gli agricoltori della zona che rende più visibile la produzione agroecologica.

Iniziativa COACH: Tierra-Papel-Tijera – Spagna

Esperienza di CSA: Tierra-Papel-Tijera

Co-creazione di conoscenza: Rete di agricoltori, mugnai e panettieri

Oltre a ridurre gli sprechi alimentari e a contribuire alla conservazione e al recupero del capitale naturale, ConServe contribuisce anche alla conservazione e al recupero del capitale umano, attraverso l’impiego di lavoratori svantaggiati.

Iniziativa COACH: ConServe – Italia

Agricoltura sociale: ConServe

Contributo alla sostenibilità ambientale

Dal punto di vista ambientale, le FC sono generalmente considerate come generatrici di significativi impatti positivi.

Le FC possono contribuire alla conservazione dell’agrobiodiversità. Nelle FC, infatti, le razze animali e le varietà vegetali locali e/o rare possono sopravvivere ed essere economicamente redditizie grazie al maggior flusso di informazioni sulle caratteristiche dei prodotti che vengono trasmesse ai consumatori e che facilitano la commercializzazione di quei prodotti che non sono in grado di entrare nelle filiere “moderne”, che di solito richiedono prodotti standardizzati e che non sono interessate alle specificità locali. Inoltre, la maggiore diversificazione della produzione a livello aziendale, necessaria per soddisfare le specificità della domanda dei consumatori delle FC, favorisce anch’essa l’agrobiodiversità.

Buona pratica

Preservare l'agrobiodiversità

Preservare l’agrobiodiversità La filiera delle varietà tradizionali di grano è un modello di conservazione della biodiversità agricola avviato nel 1996 su iniziativa dell’Istituto di Botanica e di Elkana.

Iniziativa COACH: Reintroduzione di colture dimenticate a cura di Elkana – Georgia

Nei campi, non ci sono standard predefiniti dai membri: “possiamo provare varietà diverse, ibridi, riprodurre i nostri semi, provare melanzane bianche, barbabietole nere egiziane. Possiamo educare i soci a nuovi gusti, ad esempio con il cavolo cappuccio di Château-Renard, che ha un sapore molto particolare, quasi fruttato”.

Iniziativa COACH: Les Paniers Marseillais – Francia

Preservare l'agrobiodiversità: Elkana

Preservare l'agricoltura periurbana: Les Paniers Marseillais

Le FC hanno anche un impatto positivo sulla riduzione dell’inquinamento, poiché di solito i consumatori che acquistano nelle FC prestano maggiore attenzione al modo in cui gli alimenti sono prodotti, privilegiando prodotti biologici, a basso contenuto di sostanze chimiche e prodotti sfusi, contribuendo così alla riduzione delle emissioni inquinanti e dei rifiuti da imballaggio.

Inoltre, il marketing e la logistica online, assieme ad una pianificazione più precisa della produzione sulla base della domanda dei consumatori, possono contribuire a ridurre le perdite e gli sprechi alimentari. A volte, le FC offrono anche la possibilità di vendere prodotti che altri canali di commercializzazione non accetterebbero o accetterebbero a prezzi molto bassi, a causa di imperfezioni nella forma o nelle dimensioni.     

Non c’è quasi nessuno spreco in azienda, perché tutto, anche gli ortaggi di forma strana o dall’aspetto brutto, viene portato sfuso ai punti di distribuzione. In questo modo si evitano anche sprechi e costi legati allo stoccaggio e all’imballaggio.

Iniziativa COACH: Les Paniers Marseillais – Francia

Buona pratica

Ridurre le perdite alimentari lungo la filiera

Molti agricoltori pongono l’accento su una seconda fonte di maggiori entrate, ossia il buon prezzo che ottengono per i prodotti che nell’ambito del mercato industrializzato sono classificati come “di seconda scelta”. Nei canali di distribuzione convenzionali, questi prodotti sono sanzionati in modo piuttosto duro attraverso una sostanziale differenza di prezzo rispetto ai prodotti di ”prima scelta”.

Iniziativa COACH: ConServe – Italia

Riduzione delle perdite alimentari: ConServe

Possibili linee di intervento

Per concludere questo Modulo di Apprendimento su Costi e Benefici e lasciare ai produttori di FC alcuni suggerimenti utili di riflessione proattiva, possiamo identificare alcune possibili linee di azione per il futuro rafforzamento delle FC. Queste linee d’azione possono essere perseguite dalle organizzazioni collettive di FC e sostenute anche da organizzazioni non governative e da enti pubblici, a livello locale e regionale:

  • Empowerment degli attori e sviluppo delle capacità. L’empowerment dei produttori e il miglioramento delle loro conoscenze e competenze dovrebbero essere alla base di qualsiasi azione. La formazione dovrebbe essere rivolta non solo agli agricoltori e alle imprese di trasformazione, ma anche ad altri soggetti interessati (come le istituzioni pubbliche locali, gli operatori del settore Ho.Re.Ca. ecc.), utilizzando strumenti per lo sviluppo delle capacità come lo scambio diretto di conoscenze, competenze ed esperienze tra pari, brevi corsi, workshop e visite di studio. Anche l’investimento nelle competenze di marketing dei produttori è molto importante e dovrebbe prevedere un supporto formativo in marketing digitale, oltre che negli strumenti di marketing tradizionali, nel branding, nel packaging e nell’etichettatura, per trasmettere meglio il valore aggiunto dei prodotti e costruire il rapporto di fedeltà tra marchio e cliente.
  • Sostegno all’azione collettiva. Supportare lo sviluppo di forme adeguate di organizzazioni collettive di produttori che consentano di ridurre i costi di produzione e distribuzione e facilitino l’accesso alle FC per i piccoli e medi produttori può essere molto importante. La collaborazione tra gli agricoltori e gli altri produttori a valle della filiera può contribuire a contenere alcune voci di costo, in particolare quelle relative alla logistica e ad altre funzioni di distribuzione, e aiutare a raggiungere standard adeguati di governance e rendicontazione. Gli enti pubblici e le organizzazioni non governative possono sostenere questi processi attraverso attività di incoraggiamento, sostegno finanziario e iniziative di formazione.
  • Logistica, infrastrutture e strutture. Le questioni logistiche sono molto importanti e delicate per la sostenibilità economica e l’efficienza delle iniziative di FC, così come la disponibilità di infrastrutture e strutture a livello locale. A livello individuale, si può facilitare l’accesso dei produttori alle risorse finanziarie per migliorare le attrezzature di produzione, la logistica e la commercializzazione. A livello collettivo, l’aggregazione dell’offerta di diversi produttori può unire i loro sforzi nell’alimentare il mercato con un’offerta più ampia, garantendo volumi adeguati e continuità nel tempo. A questo proposito, i food hub possono essere uno strumento utile, concepiti come strutture multifunzionali e modulari che integrano spazi fisici e online e che permettono di raccogliere e aggregare l’offerta frammentata dei singoli prodotti all’interno di una filiera o di un territorio. 
  • Qualità, tracciabilità ed etichettatura. Le FC spesso richiedono la consapevolezza e il consolidamento delle caratteristiche qualitative dei prodotti scambiati, nonché il miglioramento del flusso di informazioni tra produttori e consumatori. Spesso è necessario anche migliorare la tracciabilità e rendere il prodotto riconoscibile ai consumatori finali e intermedi, il che richiede lo sviluppo di un branding collettivo del prodotto, ad esempio attraverso marchi ed etichette collettivi. Come complemento o alternativa alla garanzia diretta sul prodotto, possono essere sviluppate anche forme specifiche di garanzia legate all’appartenenza ad una specifica iniziativa di FC (ad esempio, schemi di garanzia partecipata).
  • Puntare sui mercati emergenti di FC. Accorciare la filiera non porta soltanto ad un rapporto fisico diretto tra produttore e consumatore finale, ma anche ad una riduzione della distanza geografica e commerciale tra produzione e consumo. Il “mercato” della filiera corta è altamente segmentato. Tra i segmenti emergenti a cui rivolgersi ci sono le piattaforme on-line, il cui consolidamento richiede il rafforzamento degli aspetti logistici, senza però dimenticare la dimensione fisica dell’interazione produttore-utente. Inoltre, anche gli appalti pubblici rappresentano un’interessante opportunità per lo sviluppo delle FC. Anche il turismo rurale e l’agriturismo possono offrire interessanti opportunità per aumentare il valore aggiunto della vendita in azienda. Tutti questi nuovi segmenti di mercato emergenti legati alle FC possono offrire interessanti opportunità, ma richiedono anche di affrontare nuove sfide, introdurre innovazioni e realizzare investimenti collettivi.